Gioielli nuziali: quando il legame diventa prezioso
- Simona
- 17 set
- Tempo di lettura: 5 min
Sono Simona, le mani, la mente e il cuore dietro al progetto Hic Sunt Monstra, e questo è il mio blog, dove vi parlo prevalentemente di artigianato, letteratura e ispirazione. Scrivere è una mia grande passione, spero di riuscire a coinvolgervi nel mio lavoro e nel mio mondo anche tramite i miei post.

Il matrimonio, in quasi tutte le culture del mondo, non è solo un’unione di due persone: è una cerimonia ricca di rituali, simboli, oggetti che racchiudono significati profondi. Tra questi, i gioielli occupano un posto speciale: testimoni della promessa d’amore, portatori di benedizioni, status, protezione, memoria.
Molte sono le tradizioni e le tipologie di preziosi legati all'unione matrimoniale e, sorpresa sorpresa, non sempre sono anelli.

Soprattutto in Occidente, infatti, pensiamo subito alla fede quando si parla di nozze. L’anello, con la sua forma circolare senza inizio né fine, è diventato nell’immaginario più comune il simbolo matrimoniale per eccellenza.
La sua storia, però, è complessa e stratificata. Già nell’antico Egitto gli anelli erano considerati segni d’amore e impegno, mentre i Romani usavano l’anulus pronubus, spesso in ferro, come pegno di fedeltà. Talvolta questi anelli erano incisi con iscrizioni augurali.
Nel Medioevo si diffusero gli anelli “fede”, con due mani che si stringono, simbolo di fiducia e lealtà.
Sempre in questo periodo, tra le comunità ebraiche si diffusero anelli matrimoniali di grande suggestione: veri capolavori in miniatura che raffiguravano il Tempio di Gerusalemme, usati soltanto durante la cerimonia e non nella vita quotidiana, a sottolineare la sacralità dell’unione.
Ma la fede, così come la conosciamo oggi — semplice, in oro, indossata da entrambi gli sposi — si è affermata pienamente solo con il tempo. In molti Paesi europei l’anello nuziale per lo sposo, ad esempio, è diventato comune solo nel XX secolo. E il binomio “anello con diamante = promessa d’amore”? È una moda recente, nata dalle campagne pubblicitarie novecentesche che hanno trasformato il diamante in simbolo universale di eternità.
Dunque sì: la fede è antica, ma non è sempre stata il gioiello matrimoniale per eccellenza, né lo è ovunque.

Se ci spostiamo oltre i confini occidentali, scopriamo tradizioni nuziali in cui altri gioielli incarnano l'amore e la sacralità dell'unione matrimoniale:
Il mangalsutra indiano: una collana che lo sposo annoda al collo della sposa, segno di unione e protezione che la donna porterà per tutta la vita.
Le arras spagnole e latinoamericane: un set nuziale composto da tredici monete d’oro che lo sposo consegna alla sposa come promessa di prosperità e condivisione.
La giada nelle nozze cinesi: ciondoli, medaglioni o oggetti realizzati con questa pietra verde, che proteggono e augurano armonia coniugale.
I bracciali punjabi, chooda e kalire: rossi e bianchi i primi, dorati e scintillanti i secondi, accompagnano la sposa augurandole fertilità e felicità.
I bichiya, anelli per i piedi in India: portati dalle donne sposate, raccontano in silenzio il loro stato e la loro unione.

Se osserviamo queste tradizioni, ci accorgiamo che ogni gioiello nuziale nasce da una precisa necessità simbolica. In molte culture il gioiello non è solo da indossare: fa parte del rito stesso. Una collana che viene annodata, una moneta che passa di mano, un bracciale che si spezza o si conserva: gesti che consacrano l’unione.
Alcuni ornamenti hanno un valore pubblico, visibile a tutti — collane, bracciali, fili di perle che raccontano al mondo lo stato della sposa. Altri restano più intimi e privati: anelli nascosti, ciondoli vicini al cuore, segreti custoditi sotto le vesti.
E poi ci sono i materiali, che parlano la lingua della terra da cui provengono: la giada, cuore verde dell’Estremo Oriente; il corallo, amuleto del Mediterraneo; l’oro, metallo solare e universale, sinonimo di ricchezza e continuità. Ogni cultura, con ciò che aveva a disposizione, ha scolpito in un gioiello il proprio modo di dire “per sempre”.

Accanto alle tradizioni popolari, alcuni gioielli matrimoniali sono diventati immortali perché legati a personaggi celebri, amori intensi e dinastie reali. Sono ancora oggi frammenti di storia che raccontano passioni, potere e simboli destinati a durare.
Il primo esempio documentato di anello di fidanzamento con diamante risale al 1477, quando l’arciduca Massimiliano d’Asburgo donò a Maria di Borgogna un anello d’oro in cui le pietre erano incastonate a formare la lettera “M”. Un gesto che, più che un pegno privato, sancì l’inizio di una tradizione destinata a diffondersi in tutta Europa.
Più di tre secoli dopo, nel 1796, fu Napoleone Bonaparte a lasciare un segno indelebile. Alla sua amata Giuseppina regalò un anello con due diamanti a goccia, disposti uno di fronte all’altro: due anime distinte ma inseparabili. Un gioiello semplice, eppure intriso della forza di un amore che sfidava politica e destino.

Nell’Ottocento l’amore romantico trovò la sua icona nell’anello di fidanzamento che il principe Alberto regalò alla Regina Vittoria nel 1839. Il principe, attento a ogni simbolo, disegnò personalmente per la regina un serpente d’oro con occhi di rubini. La creatura, che si morde la coda, rappresentava l’eternità, il ciclo della vita e la continuità: un’immagine perfetta del loro legame.
L'anello di fidanzamento a forma di serpente, in un'epoca in cui i diamanti non erano ancora la norma, è divenuto poi una vera e propria icona dello stile vittoriano, influenzando molto il design dei gioielli di quel periodo.
Famoso è l'anello che John F. Kennedy regalò a Jackie Kennedy per il giorno del loro matrimonio, fatto modificare in seguito dalla sposa stessa. In diamanti e smeraldi, l'anello aveva il nome di "Toi et Moi".
Più vicino a noi, nel 1981, il mondo intero rimase incantato dall’anello scelto da Lady Diana: un imponente zaffiro blu contornato di diamanti, che oggi brilla al dito di Kate Middleton.
I gioielli scelti dalle antiche famiglie nobili in occasione delle loro unioni matrimoniali diventano spesso anche anche un'eredità e una memoria storica da trasmettere di generazione in generazione.

Infine, come non citare le tiare nuziali delle famiglie reali. Dalla Fringe Tiara di Elisabetta II alla Cartier Halo di Kate Middleton fino alla Diamond Bandeau di Meghan Markle, queste corone continuano a incarnare il fascino senza tempo dei matrimoni regali. Più che gioielli per un giorno speciale, sono scrigni di memoria che custodiscono la storia di intere dinastie.
Che si parli di nobili o di persone comuni, il gioiello matrimoniale non è mai stato soltanto un vezzo estetico. È il segno di una promessa, un impegno che crea per chi lo contrae un importante passaggio verso una nuova vita.
La fede, nella sua essenzialità, ha conquistato l’Occidente; altrove, collane, bracciali, monete e pietre hanno avuto lo stesso ruolo: rendere visibile e tangibile ciò che unisce due anime.
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