top of page
  • Simona

Creo Ergo Sum - Di cosa si parla quando si parla di creatività

Aggiornamento: 12 gen


La creatività è un argomento vasto come il mare.

Con questo mio angolo di blog totalmente "ciarliero" mi piacerebbe affrontarlo da un punto di vista totalmente personale, per alcune di quelle sfaccettature che conosco e sperimento ogni giorno.

Esattamente non so come si decida di intraprendere un'attività creativa. Non mi riferisco al grande dilemma "hobby o professione", bensì la scelta di quale sia il mezzo espressivo che più ci confà, che per altro include una sottocategoria di scelte che include tecniche, materiali e così via. Sicuramente gioca la sua parte il talento, ovvero se siamo capaci, diciamo per doti naturali, di esprimerci attraverso l'arte o più umilmente l'artigianato, se siamo portati per il disegno piuttosto che per il cucito o il ricamo. E poi ovviamente ci sono la curiosità e la voglia di imparare, sperimentare o mettersi in gioco fuori dalla nostra comfort zone: ok, so ricamare, ma voglio tentare la pittura su stoffa, o semplicemente voglio usare quella tecnica di ricamo particolare, storia, antica, desueta. Non trascurabile, in chi ha trovato nella creatività un modo per guadagnare, è il cercare modalità che siano anche remunerative. Ognuno di questi argomenti meriterebbe un approfondimento a parte.

Certo, in quanto espressione della nostra interiorità, ogni forma creativa nasconde delle spinte segrete, che forse è bene lasciar tali, perché nei loro misteriosi meccanismi si cela parte della loro intrinseca bellezza. Una cosa è certa: per quanto si possa essere talentuose, è molto difficile saper far bene tutto. E' questa piccola ovvietà che spesso stupisce chi si approccia al mondo creativo, soprattutto come potenziale cliente. Mi capita spesso di sentir dire che, poiché sono un'artigiana, dovrei saper fare qualunque cosa rientri nell'ambito creativo. Ahimè, no, per quanto mi riguarda sono forse più le cose che non so fare. Imparare tecniche nuove è una scelta, a volte forse anche una necessità, ma mai un'ovvietà. Io lo paragono a saper suonare uno strumento: le note da leggere possono anche essere le stesse, ma suonare il piano o la chitarra sono due attività un po' diverse!

La verità è che spinta creativa, talento, e la così detta "fantasia" hanno bisogno anche, se non soprattutto, di studio, di lavoro e di applicazione, per trasformarsi nella capacità di realizzare qualcosa. Molte creative non arrivano a scoprire i loro potenziali finché non hanno provato a realizzare qualcosa, migliorandosi poi ogni giorno con il duro lavoro. Quella che molte persone vedono come una una specie di magia, ha un dietro le quinte affollatissimo di prove, fallimenti, dita sbucciate, materiali buttati... tutto assai poco poetico!

Personalmente, scegliere il mio percorso creativo non è stato semplice, percorso che io ancora vedo tutt'altro che definito. Significa sempre un po' mettere in gioco una parte di se stessi, una molto delicata e talvolta capricciosa, che va domata, imbrigliata ma anche nutrita e coccolata. I voli pindarici che sono parte indispensabile del mio processo creativo, mossi da sensazioni, ricordi, musiche, colori, immagini o storie che il mio inconscio rielabora, non possono essere lasciati in balia di se stessi: devo aiutarli a trovare una forma, un'idea concreta, devo dargli un corpo che sia fruibile anche al di fuori di me e della mia mente. A volte questa disciplina impone di sacrificare un po' di quella bellezza che magari vedo solo io, di arrotondare quel gusto troppo personale, di azzardare un po' meno... o un po' di più. D'altra parte, senza qualche tuffo estremo, senza qualche corsa senza freni, senza qualche dose di follia, il processo creativo diventa una meccanica ripetizione di gesti, e pian piano si spegne. Ma questa è una storia che vorrei narrarvi meglio un'altra volta.

Nel frattempo, un creativo saluto.


bottom of page