Nel più recente appuntamento con la rubrica Creo Ergo Sum del blog sto provando a raccontarvi - a modo mio - alcuni aspetti operativi del mio lavoro, facendo contemporaneamente un po' di filosofia creativa.
Abbiamo già parlato di idee e di materia. Oggi è la volta delle immagini.
Le immagini sono un aspetto fondamentale del mio lavoro: non solo quelle che cerco di evocare con i significati dietro le mie creazioni, ma anche quelle con cui arrivo a presentarvele. Vendo monili, e li vendo prevalentemente online: le immagini sono la prima finestra attraverso la quale arrivate a conoscere quello che faccio.
Siamo una società in cui la vista ha una predominanza estrema sugli altri sensi, e in cui, inevitabilmente, l'aspetto esteriore spesso vince sopra ogni altra valutazione. Ogni mio monile deve avere una bella foto che l'accompagni nel suo viaggio verso il mondo là fuori, o purtroppo perderebbe metà delle chance che ha di trovare casa.
Non solo una bella foto, in verità.
Ogni monile ha la sua storia. A volte non faccio in tempo a raccontarvela perché lo scegliete a prescindere prima che la possa trascrivere, ma ce l'ha. La storia sarà l'ultima tappa di questo piccolo e personalissimo viaggio creativo. Il fatto è che anche le foto che realizzo vorrei fossero una piccola parte di quella storia, un accenno di qualcosa di più ampio che, appunto, potrei aver modo di integrare a parole come no.
Realizzare un'immagine che già vi parli delle mie creature è un impegno non indifferente. A volte dettagli, atmosfere ed elementi di contorno fluiscono in un unico mood in modo semplice, efficace e quasi spontaneo; a volte la ricerca porta via tempo, con una buona quantità di frustrazione e fallimento.
Io sono prigioniera di una forma di pignoleria estrema, ma è anche vero che non ho a disposizione uno studio fotografico con la possibilità di usufruire sempre dell'elemento di contorno più giusto. Non è il mio lavoro, faccio il meglio che posso con quello che riesco a recuperare, il che suona spesso un po' Mission Impossible. Ma è anche il bello dello sperimentare un modo di raccontare quello che faccio a tutto tondo, difficoltà e limiti inclusi.
Per quanto non da catalogo, le mie foto sono infatti un'espressione molto forte del feeling che vorrei trasmettere con le mie creature, per questo non ce n'è una uguale all'altra, e per questo non riuscirei mai a fotografarle su uno sfondo bianco sotto una luce artificiale netta. Dal momento in cui le completo, loro entrano a far parte di un ambiente, di un'atmosfera, di una storia, appunto, come se già si calassero in un contesto vissuto, fatto di luci e ombre, con richiami iconici e cromatici che le aiutano a manifestarsi in tutta la loro meraviglia.
La foto può aiutare la conquista definitiva del vostro cuore, come anche solo incuriosirvi, e invogliarvi a conoscere di più sulla creatura che raffigura. Penso sempre alla copertina di un libro, che può essere criptica o anonima, come invece fare appello alla vostra fantasia, andare a stuzzicare quel piccolo posto del vostro cuore in cui maggiormente covate il desiderio di fuggire per un attimo dagli aspetti più banali e routinari della vita, e spolverare invece una vecchia magia.
Con una foto cerco di donarvi uno spaccato di quella magia, come se attraverso un pertugio voi poteste scrutare dentro voi stessi e ammirare un posto che non ricordavate più fosse vostro. Magari non è sempre patinato e perfetto, ma sicuramente è intenso e vissuto. Se la copertina vi ha intrigato, so che non vi farete scappare l'occasione di conoscere la storia di ogni mio pezzo.
Le storie tornano un po' a connettersi al mondo delle idee, perché alla fine il processo creativo è un cerchio che si chiude, ma mentre si chiude mette anche in moto qualcos'altro. E' una ruota insomma, che ad ogni giro mi porta più avanti.
Ma di questo vi parlerò la prossima volta.
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