Sono sempre stata affascinata dalla simbologia dell'occhio.
Uno dei primi monili che mi hanno regalato quando ero ragazzina è stato un "occhio di dio", un ciondolo che mi è stato donato da una signora greca come protezione.
L'occhio di dio raffigura lo sguardo benevolo del Padre, tutto il contrario del "malocchio" che, come si capisce benissimo, è invece uno sguardo malevolo e nemico.
L'occhio è anche simbolo di coscienza e intuizione (il terzo occhio).
A livello metafisico raffigura anche la conoscenza, dove vedere è sinonimo di comprendere e sapere.
L'occhio di Horus, di tradizione egizia, raffigura sia la protezione che il potere dato da una comprensione superiore.
E poi ci sono i Lover's Eye - frutto di una moda inglese a cavallo tra '700 e '800 che affianca l'estetica alla passione, e che ci ha reso una linea di gioielli dal gusto insolito e un po' inquietante, esattamente come piace qui in Fucina.
Si narra che il principe di Galles, futuro Giorgio IV, inviasse alla vedova Maria Fitzherbert un pegno del suo amore sotto forma di un gioiello raffigurante il di lui occhio, solo quello, onde non scandalizzare la corte con un dono chiaramente riconducibile alla sua persona, e quindi inappropriato.
A sua volta Giorgio indossava una miniatura dell'occhio di Maria sotto il risvolto della giacca. Il loro fu un amore osteggiato, ma lanciò una moda che durò fino ai primi anni '20 dell'Ottocento.
I Lover's Eye erano miniature spesso dipinte su avorio, incastonate su spille, bracciali, pendenti, o usate anche su piccoli contenitori portatili. I loro valore romantico aumentava se all'interno custodivano qualcosa di ancora più personale, come una ciocca di capelli dell'amato/a.
L'eleganza di questi gioielli, frutto del sapiente lavoro di artisti, mi ha sempre intrigato. Nascono come gesti d'amore ma col passare del tempo acquisiscono un potere che li proietta oltre la durata delle nostre passioni terrene. Diventano un po' come l'occhio di dio. E se la loro estetica ai più può sembrare quasi creepy, io trovo che il dettaglio di un volto avulso dal suo totale contesto acquisisca un potere fascinatorio superiore. Non solo occhi, quindi, ma anche labbra, o porzioni di volto, che sembrano quasi condensare nel piccolo spazio della loro cornice tutta la loro essenza.
È questa natura di ricordo, desiderio e spirito che permea alcuni pezzi che ho dedicato al concetto dei Lover's Eye, in cui l'idea dell'occhio e della porzione del viso si abbina a uno stile retrò di ampio respiro: un piccolo viaggio in qualcosa che è stato e ancora oggi ci nutre con il riverbero delle sue emozioni.
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