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  • Simona

È la stagione delle streghe: tre imperdibili consigli di lettura.

Ciao, sono Simona, le mani, la mente e il cuore dietro al progetto Hic Sunt Monstra, e questo è il mio blog, dove vi parlo prevalentemente di artigianato e ispirazione, ma anche di letteratura, come vi racconto in questo post.

Scrivere è una mia grande passione, spero di riuscire a farvi scoprire qualcosa in più sul mio lavoro e su di me anche tramite quello che leggo e scrivo.



Ottobre: mese delle ombre, delle nebbie e delle streghe.


Amo questa stagione più di ogni altra cosa, anche per il suo legame con le atmosfere più gotiche e oscure. Che sì, ormai sono diventate un po' anche un trend di marketing.

Io le amavo da molto prima che diventassero l'ennesima moda social e che i negozi si riempissero di decorazioni dozzinali a forma di teschio già da fine agosto.

Ricordo di aver vissuto un tempo in cui adorare certe atmosfere era segno di nerditudine. E spesso significava incappare anche in un po' di discriminazione sociale. Magari ti davano della strega, come se fosse una brutta cosa.

È anche per questo motivo che voglio dedicare proprio alle streghe questo post di consigli di lettura.


Una piccola premessa: al cuore del tema "strega" per me c'è sì qualcosa di arcano, misterioso e ancestrale, a volte un po' fantasy. Ma c'è anche l'ombra di una figura su cui si sono riversate ingiustizie, sopraffazioni, violenze. La strega è stata anche il capro espiatorio di un patriarcato incapace di venire a patti con qualunque dinamica che sfuggiva al suo controllo, un rifiuto da parte dell'intera società di una donna forte, indipendente e autonoma, o semplicemente fuori dagli schemi.

In questa stagione fatta di brividi e di gothic aesthetic, io mando sempre un pensiero anche a quelle donne vittime di ingiustizie plateali e fantasie morbose che nulla avevano a che fare con la reale natura del potere femminile.


E ora iniziamo con le magie dei libri.


"Vardø. Dopo la tempesta" di Kiran Millwood Hargrave è proprio un libro che parla di uno degli episodi più oscuri della così detta "caccia alle streghe", una storia scritta a partire da episodi realmente accaduti

In una remora area del Nord della Norvegia una comunità di pescatori, dopo un'immane tragedia che ha ucciso tutti gli uomini usciti per mare, è ulteriormente sconvolta dalla presunta presenza di streghe tra le proprie concittadine, in realtà donne che dopo la morte dei mariti devono "solo" riuscire a sopravvivere e a far sopravvivere le loro famiglie nei modi più disparati e disperati.

Il villaggio cade quindi preda di paranoie, accuse reciproche e inaudite ingiustizie e violenze, mentre alcuni personaggi chiave cercano come possono di non cadere prede di una follia collettiva sempre più cruda e insensata.


"Vardø" da una parte racconta la classica escalation della caccia alle streghe, con tutto il fanatismo religioso e gli abusi che l'accompagnano, dall'altra pone l'accento sulle vicissitudini umane, sulle dinamiche che spingono donne ad accusare donne, sulle disgrazie e il degrado che spesso favoriscono l'ossessione per il maligno. E trova modo di tratteggiare anche pennellate umanamente struggenti, che non fanno che accentuare quell'orrore vero che la cecità dell'estremismo e la sete di potere finiscono sempre per generare.

Leggendo questo libro sentirete sulla vostra pelle quell'opprimente senso di prevaricazione che abbatte ogni logica e ogni forma di empatia. La parte più terribile di questa narrazione è infatti non tanto quella dedicata alla persecuzione in quanto tale, ma alla distruzione della fiducia, degli equilibri, dei rapporti e dell'umanità dei personaggi coinvolti, atmosfera accentuata da un senso di precarietà e di ineluttabile destino.

"Vardø" svela la "banalità del male" che si cela dietro la caccia alle streghe: nulla che ha realmente a che fare con il sovrannaturale, ma semmai l'esaltazione di un ideale abietto, quello di schiacciare in modo definitivo deboli e oppressi.


Con "Streghe in eterno" di Alix Harrow restiamo in ambito di persecuzione delle streghe, in un contesto però decisamente distopic - fantasy.

Immaginate una civiltà in cui ogni forma di magia è proibita, e in cui le donne vivono schiave di una società maschilista e ottusa.

Tre sorelle, separate da avverse vicissitudini, ritrovano il rapporto tra di loro nel momento in cui riscoprono e accettano i loro poteri magici. Coinvolte infine in un movimento di liberazione del femminile dall'oppressione del patriarcato, salderanno rapporti profondi con tante altre donne, aiutandosi a vicenda a crescere e ad accettarsi.


Ambientato in un mondo che ricorda quello ottocentesco/vittoriano, e ricco di richiami all'iconografia classica delle streghe - a partire dal trittico delle tre sorelle che simboleggia chiaramente la triplice dea - il romanzo "Streghe in eterno" si muove in modo fluido anche nei valori della società di oggi, e abbraccia un'idea di femminismo come liberazione da qualsiasi forma di ingiustizia sociale nei confronti di chiunque. Azzeccatissima è quindi in questo contesto la presenza di una storia d'amore omosessuale, così come quella di una ragazza madre e di diverse razze e culture.


Le donne - in questo romanzo ricco di colpi di scena che piacerà anche alle lettrici più giovani - si organizzano in società segrete per combattere un potere ingiusto, falso e iniquo.

La magia è una splendida presenza, dà colore e dà la possibilità di raccontare il riscatto sociale su un piano diverso. Ma le dinamiche alla base di questa storia sono quelle che viviamo ogni giorno anche noi. "Streghe in eterno" è quindi una metafora perfetta della presa di coscienza che ancora oggi abbiamo bisogno di compiere contro ogni forma di abuso, per diventare un mondo migliore.


Dopo due romanzi, ecco una lettura che si presenta invece come testo di ricerca e di rivelazione: parlo de "Aradia, il vangelo della strega" di Charles G. Leland.


Per qualcuna un testo sacro, per altre una ricostruzione antropologica, per altre ancora fondamentalmente un'opera di fantasia.

Non sta a me stabilire cosa sia questo scritto - che si presenta come la riscoperta di una figura femminile sacra delle antiche campagne toscane, una sorta di strega divina, nata per portare la giustizia nel mondo. Posso solo caldamente consigliarvene la lettura, da cui ricaverete una vostra idea in merito.


Come dicevo, questo testo si incentra sulla figura di Aradia - figlia della dea Diana e di suo fratello Lucifero (non il Lucifero noto attraverso il Cristianesimo... ma anche Diana alla fine non è esattamente quella della tradizione antico romana). Aradia incarna una sorta di Cristo al femminile: parla ai poveri, agli oppressi, ai disperati, e diversamente da Cristo li invita a ribellarsi e a rovesciare i poteri costituiti per attuare una vera giustizia sociale qui e ora - e non in un ipotetico aldilà.


Il testo è breve, e si legge con curiosità, inclusa tutta la parte introduttiva in cui ne vengono spiegate le origini e in cui vengono illustrati la figura di Leland e il suo lavoro.

Quello che colpisce di più in assoluto è l'atteggiamento smaccatamente "contro" di Aradia. che si fa paladina di chi nel mondo non conta niente. Personalmente ho sempre pensato che questo fosse il senso più profondo della figura della strega e del suo immaginario: l'idea che ai poveri e ai deboli possa venir dato un potere in grado di riportare concretamente e nell'immediato equilibrio e giustizia, Un potere libero dai più arbitrari costrutti sociali, imposti come regole da chi poi le regole non le rispetta (o le ha costruite per conferirsi autorità e dominio in modo quasi esclusivo). Un potere di servizio e non di dominio.

In questo senso la parola "strega" porta un significato di riscatto sociale di tutto rispetto. E resta una figura che - per quanto discussa - ha tutta la necessità di avere ancora un ruolo nel mondo.


Il tema delle streghe resta una delle mie più grandi passioni.

Se avete suggerimenti di lettura da darmi o se semplicemente avete voglia di trattare con me l'argomento, sarò ben lieta di confrontarmi con voi.



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I libri, per altro, sono una parte importante della mia ispirazione come artigiana. Se avete voglia di saperne di più, visitate il mio sito web e le mie collezioni.


Come sempre, grazie per essere qui.

Buona lettura.


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